terraNOStra venerdì 05 febbraio 2021 ore 10:42
Il mito di Affrico e Mensola nell'acqua di Firenze
Due corsi d'acqua che attraversano Firenze sono protagonisti di un antico mito che viene raccontato dagli studenti del Liceo Michelangiolo
FIRENZE — Chi vive a Firenze conosce certamente due corsi d’acqua minori, rispetto all’Arno. Sono l’Affrico, un piccolo torrente che scorre sotto la via denominata proprio “Lungo l'Affrico” e il Mensola, ricordato nel nome di un paese tra Firenze e Settignano, Ponte a Mensola. Ma non tutti sanno che c’è un antico mito che riguarda i due fiumicelli, raccontato nel “Ninfale Fiesolano”, un poemetto scritto dall’autore del più famoso Decameron, Giovanni Boccaccio.
Affrico è un pastore che alla vista di Mensola, una delle ninfe al seguito della dea Diana: “sentì ch’Amor per lei il cor gli morse”. Affrico sa che non la può avere, perché le ninfe, come Diana, hanno fatto voto di castità. Prova ad avvicinarla, ma lei scappa e Affrico, disperato, si rivolge a Venere. La dea gli suggerisce in sogno di travestirsi da donna e di confondersi tra le ninfe.
Affrico segue il consiglio e avvicina Mensola che dopo un primo rifiuto si concede a lui, ma poi si pente e lo lascia. Africo si butta nelle acque di quel fiume che prenderà il suo nome.
Qualche mese dopo la ninfa Mensola, è scoperta da Diana perché incinta e cerca di nascondersi entrando in un corso d’acqua. Ma la dea la trova e la trasforma in acqua, così quel torrente da allora si chiamò come lei: Mensola.
Da allora i due fiumi come i due amanti scorrono vicini, insieme almeno dopo la morte.
Elena Olivotto, Giuditta Rocchi
Classe 4D, Liceo Classico Michelangiolo, Firenze
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