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hanNOScritto giovedì 14 gennaio 2021 ore 09:16

La Teresa di Zola recensita da una studentessa

La recensione di “Teresa Raquin” scritta da una studentessa. Un romanzo di Èmile Zola pubblicato nel 1867 tra i grandi capolavori dell’‘800



FIRENZE — Teresa è la protagonista del romanzo, una donna giovane e fragile, per così dire innocua, con un marito, Camille, molto malato e con una suocera onnipresente e prevaricatrice. Quella dona sembra così destinata a una vita monotona e triste quando l’autore fa accadere qualcosa di inaspettato che ne ribalta totalmente il comportamento.

L’aspetto più interessante del libro è sicuramente l’introspezione psicologica dei personaggi, i loro cambiamenti, le debolezze e i punti di forza. Tra tutti, Teresa è il personaggio che interpreta il cambiamento per eccellenza: la troviamo dolce e remissiva all’inizio del libro, ma quando alla fine terminiamo la lettura delle ultime pagine ci troviamo di fronte a una donna totalmente diversa da quella iniziale.

Zola con la sua scrittura che non esiterei a definire mozzafiato riesce a portarci all’interno della vita dei personaggi e a lasciarci letteralmente travolgere dalle loro emozioni. È facile entrare in empatia con i personaggi e di conseguenza capire dalle loro debolezze quanto noi, come loro, siamo fragili e vulnerabili.

Difficile attribuire uno specifico genere letterario al romanzo di Zola, in quanto unisce tratti estremamente drammatici a tratti comici, a introspezioni psicologiche che si addicono forse più a un thriller; allo stesso tempo l’amore vi gioca un ruolo fondamentale. Non è un libro facile da descrivere perché racconta, anche se in una sola storia, la vita di molti personaggi, con le loro passioni e le loro fragilità.

È un libro che tutti dovrebbero leggere non solo per la trama e la scrittura, ma per capire meglio se stessi e, insieme, i sentimenti e le emozioni umane.

Ludovica Straffi, 4C Liceo Classico Michelangiolo, Firenze


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