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NOScienza domenica 05 marzo 2017 ore 14:39

​Nuovi pianeti “abitabili”?

Un europeo alla NASA.



USA — Il 22 febbraio 2017 la NASA (National Aeronautics and Space Administration) ha ufficialmente comunicato di aver individuato sette pianeti simili alla Terra e rotanti attorno a una stella nana, chiamata Trappist 1, a circa 40 anni luce di distanza. La scoperta di questo nuovo sistema planetario si deve al telescopio Trappist della NASA e al lavoro di un team coordinato dal belga Michael Gillon e dalla sua equipe europea.“E' un insieme planetario sorprendente”, commenta Gillon, “non solo per il numero ma anche perché sono sorprendentemente simili alla Terra”. Le prime stime hanno confermato le caratteristiche rocciose dei corpi celesti, le cui orbite sarebbero simili a quelle dei satelliti di Giove, ma molto più piccole di quella di Mercurio. La stella, chiamata Trappist 1, avrebbe una massa inferiore a un decimo di quella del Sole e sarebbe poco luminosa e molto fredda, astronomicamente parlando – con temperature intorno ai 2400 gradi. Il fattore che accomuna questi pianeti sarebbe la loro potenziale “abitabilità”: ognuno, infatti, presenta delle condizioni decisamente favorevoli allo sviluppo della vita, soprattutto nei tre pianeti denominati “e”, “f”, “g”, che si troverebbero nella così detta “fascia abitabile” con temperature tra gli 0 e i 100 gradi. Questi tre non soltanto hanno una grandezza simile a quella della Terra, ma gli astronomi suppongono che ci sia un’alta probabilità che vi si trovi acqua allo stato liquido, condizione fondamentale per la nascita e lo sviluppo di microrganismi. Non si tratta certo del primo caso di scoperta di pianeti “gemelli” al nostro: tendenzialmente ogni anno capita ai più attenti “osservatori” delle stelle di trovare numerosi nuovi corpi celesti, di cui alcuni simili alla Terra. Nè mancano ipotesi di vita aliena da parte degli ufologi. La moderna tecnologia sta facendo passi da gigante nella conoscenza e nell’indagine dell’Universo, sempre alla ricerca di nuovi pianeti abitabili e di forme di vita esistenti oltre i nostri orizzonti. Ma alla domanda “Siamo soli nell’universo?”, la scienza, a cui ci affidiamo, non sa dare ancora una risposta.

Mirko Tamburini, Erika Poggianti

4A - Liceo scientifico XXV Aprile


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