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NOScorner venerdì 26 febbraio 2021 ore 10:00

Ecco come si diventa collezionisti di moto d’epoca

Gli studenti del Liceo Marconi di San Miniato hanno incontrato un appassionato di motociclette d'epoca che ha creato un museo nel garage di casa



SAN MINIATO — Nella zona di San Miniato c’è un collezionista speciale per le “perle” della sua collezione e per la sua grande disponibilità a raccontare e trasmettere quello che per lui è diventato negli anni un amore viscerale. 

Gli studenti hanno intervistato Bruno, che ha aperto le porte del suo piccolo grande museo di arte meccanica. È un garage, il suo, che raccoglie, come in uno scrigno, un pezzo di storia motociclistica dagli anni sessanta a oggi, dove il design delle moto d’epoca si dimostra insuperato.

Come nasce la sua passione per le moto?

"Fin da ragazzo ho avuto sempre una forte passione per la meccanica e per le motociclette in generale e nel tempo ho coltivato questo interesse, conoscendo e appassionandomi a questo mondo sotto tutti i punti di vista".

Sono dunque passati molti anni: può dirci quante motociclette ha acquistato e conserva oggi nel suo “museo”? C’è una marca che predilige?

"Gli anni sono tanti davvero: 60! In tutti questi anni ho collezionato moto e scooter di vario tipo, di varie epoche, alcune rimarchevoli per l’età altre perché eleganti o speciali. Si tratta di 20 esemplari che per me sono quasi dei figli".

Quali marche sono rappresentate nella sua collezione?

"Sono in prevalenza Piaggio, Innocenti, Gilera, Guzzi, Benelli, Bianchi e la mitica FVL, ma c’è anche qualche moto di produzione estera come la BSA inglese, la BMW tedesca".

Ce n’è una, Bruno, che preferisce fra tutte?

"La mia preferita senz’ombra di dubbio è una Junior degli anni ’30, prodotta da Edoardo Mascagni (figlio del famoso Pietro) prima ad Antignano e poi a Castiglioncello, vicino Livorno".

Qual è la prima moto che ha acquistato e che ha dato il via alla sua eccezionale collezione?

"La prima moto che ho acquistato è stata una bellissima moto rossa di marca Guzzi Falcone 500 che ho acquistato nel 1959".

E la sua seconda moto?

"Subito dopo la Guzzi acquistai una moto alla quale sono tuttora molto legato: è la MAS 175 sempre degli stessi anni".

È riuscito a trasmettere questa sua passione e amore ai suoi figli o ai suoi nipoti?

"Devo dire che in maniera quasi naturale mia figlia è stata influenzata da questo mio amore profondo per le moto e ne è rimasta affascinata anche lei. Sono riuscito a coinvolgere lei quindi e in minor misura i miei nipoti, da sempre più orientati verso altri interessi e passioni, visto anche i tempi e le mentalità diverse".

Ha mai pensato di vendere qualche pezzo della sua collezione, anteponendo l’interesse economico alla passione che la lega a questi pezzi di valore?

"No, in sessanta lunghi anni non ho mai pensato, nemmeno per un attimo, di potermi dividere da qualcosa alla quale sono veramente legato solo per qualche soldo in più in tasca. Penso che se vorranno o se avranno bisogno saranno i miei nipoti a venderle, ma io non lo farò mai".

Ha partecipato a una mostra o a un raduno di moto d’epoca in Toscana, o in altre zone della penisola o addirittura all’estero?

"Si, ho partecipato a diverse mostre in Toscana, in Italia e anche in altri luoghi più lontani e allo stesso tempo suggestivi, per esempio in Germania a Mannheim, dove si svolgono molto spesso dei moto-raduni, oppure nella salita per raggiungere il passo dello Stelvio dove si vedono migliaia di moto snodarsi per le strade ripide fino a raggiungere il passo. Questo è stato, senza dubbio, il raduno più emozionante".

Cosa pensa delle moto di oggi? Le interessano? Che differenze sostanziali nota con quelle che ha lei?

"Devo dire, forse perché sono troppo legato ai generi del passato, che non sono molto interessato al mondo delle moto di oggi, anche se ne esistano di bellissime. Solo che per me sono mastodontiche e con cilindrate troppo potenti rispetto alle eleganti e sottili moto del passato".

Cosimo Scattini e Andrea Peretti, 5C Liceo Marconi, San Miniato (PI)


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