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NOSnews lunedì 07 settembre 2020 ore 12:17

Effetto Covid sul test, aumentano gli infermieri

Sono oltre 25.000 gli studenti iscritti al test per la professione di infermiere e infermiere pediatrico, il 33 per cento di tutte le domande



ROMA — Sono 77.205 i giovani che proveranno i test di ammissione alle 22 professioni sanitarie tra le quali infermiere, fisioterapista, logopedista, dietologo e tecnico di radiologia. In media il 2,6 per cento in meno rispetto al 2019, così come a tentare l’ammissione a medicina sono stati il 3 per cento in meno.

“In realtà a calare sono stati i diplomati della maturità, passati da circa da 520mila del 2019 a 463mila del 2020: ben 57 mila in meno in un solo anno, il -11 per cento” ha detto Angelo Mastrillo, segretario della Conferenza Nazionale Corsi Laurea Professioni Sanitarie, che rileva i numeri di posti, domande, ammissioni e forza lavoro delle 22 professioni sanitarie.  Secondo i dati della Conferenza, delle 77.205 domande per il 2020 -2021, 25.192 sono per la professione di infermiere e infermiere pediatrico: il 33 per cento di tutte le domande.

“Un calo fisiologico dovuto al calo dei giovani che possono iscriversi alle università e quindi non preoccupante - ha spiegato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche - ma con una particolarità: la nostra professione è in controtendenza e registra un aumento delle domande per i test del +7,5 per cento per infermiere e del +4,6 per infermiere pediatrico”.

"È l’effetto Covid” spiegano Mangiacavalli e Mastrillo. “I giovani, nella gravità della pandemia, si sono resi conto di cosa fanno e di chi sono gli infermieri – ha detto Mangiacavalli – e nonostante sia ormai noto che la professione è sotto organici e sottopagata, si sono resi conto anche della preparazione clinica e umana e hanno scelto di essere vicini a chi soffre, hanno optato per quella prossimità con le persone che è la prima caratteristica della nostra professione”. “Indubbiamente i posti a bando per infermiere, nonostante l’aumento nel 2020-2021 sono ancora troppo pochi per fare fronte alla carenza di almeno 53mila professionisti, soprattutto sul territorio, dove c’è più bisogno di assistenza e di vicinanza con gli assistiti, come Covid-19 ha dimostrato. La FNOPI ha avviato il confronto col ministero dell’Università e grazie all’intervento del ministro della Salute, con il decreto rilancio gli organici sono stati in parte integrati e si è lanciata la specializzazione dell’infermiere di famiglia e comunità, una figura essenziale per l’assistenza sul territorio. Abbiamo già dato la nostra disponibilità a Governo e Regioni per lavorare insieme per rendere il Ssn sempre più efficiente e forte”. “Le nuove assunzioni sono un passo importantissimo che però può essere considerato un ‘primo passo’ rispetto a un fabbisogno stimato dalla Federazione di almeno 21mila infermieri di famiglia e comunità”. “Sicuramente molti giovani che hanno presentato la domanda per i test lo sanno e vogliono proprio questo: aiutare ed essere più vicini possibile a chi soffre. Auguri – conclude la presidente FNOPI – a tutti coloro i quali domani si impegneranno per entrare a far parte della nostra professione, con una certezza: sia la Federazione che i cittadini hanno sicuramente bisogno di voi”.


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