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fattiNOStri sabato 31 dicembre 2016 ore 17:45

Un giovane campione di scacchi

Intervista allo studente Antonio Turini, vincitore del torneo di scacchi svoltosi il 27/11/2016 a Pontedera.



PONTEDERA — Antonio Turini, sei studente della 4A del Liceo Classico XXV Aprile e hai vinto nella categoria Under 18 il torneo di scacchi che si è tenuto nella Biblioteca Giovanni Gronchi di Pontedera. Da dove nasce la tua passione per gli scacchi?

I primi anni di liceo, quando le lezioni terminavano alle 12 mi fermavo nella biblioteca del Liceo. Lì il bibliotecario, il professor Nicola Belcari, mi ha iniziato al gioco degli scacchi che poi, piano piano, mi ha appassionato.

Se hai trovato delle difficoltà ci dici come le hai superate?

Non si inizia a giocare a scacchi pensando di diventare subito un campione: servono molta costanza e un duro allenamento per affinare la tecnica. P riuscire a fare dei progressi ho sempre cercato di sperimentare mosse e strategie nuove affrontando situazioni di gioco sempre diverse, sia con giocatori giovani del mio livello, sia con scacchisti più esperti come il professore.

Dunque il professor Belcari ha avuto un ruolo importante nella tua formazione scacchistica…

Si può dire senz’altro di sì: mi ha trasmesso la sua grande passione per gli scacchi e mi ha insegnato ad analizzare tutte le possibili combinazioni e ad agire poi di conseguenza, seguendo una precisa strategia.

Parlaci della tua partecipazione al torneo. Eri alla prima esperienza in una competizione del genere?

In realtà no, ma pur avendo già partecipato ad alcune competizioni, nelle fasi iniziali ho provato un po’ di tensione, rischiando quasi di compromettere l’andamento del torneo. Ma in breve mi sono tranquillizzato e ho acquistato scioltezza e fiducia nella vittoria.

Senza voler aiutare troppo i tuoi futuri avversari, puoi spiegarci quali sono i tuoi punti di forza come scacchista? Insomma, in che modo affronta una partita Antonio Turini?

Il primo passo consiste in un’apertura originale. Altri accorgimenti sono costringere l’avversario a muovere in modo da cadere nella trappola che gli è stata preparata e ostacolare la sua strategia di gioco. Peraltro ogni partita è un caso a sé: mi è anche capitato di lasciarmi guidare un po’ dall’istinto!

C’è un famoso scacchista al quale ti ispiri?

Se vuoi dire uno scacchista di fama mondiale, direi di no.

Pensi che rivolgendo la stessa domanda a un giovane scacchista, tra vent’anni, potrà rispondere di ispirarsi ad Antonio Turini?

Mai dire mai! (Ride)

Ritieni che la tua formazione umanistica, ti aiuti nel gioco degli scacchi?

Si può senz’altro dire che il procedimento logico nel gioco degli scacchi è simile a quello utilizzato per le traduzioni dal greco o dal latino: dopo un’accurata analisi, pezzo per pezzo, o parola per parola, si decide il da farsi, in base agli elementi che si hanno a disposizione e alle esperienze pregresse.

Nel gioco degli scacchi occorre operare velocemente delle scelte?

Talvolta sì, quando per esempio, in questo torneo che prevedeva una durata massima di soli 15 minuti a partita: anche in questa situazione ritengo che mi sia stato molto utile il metodo di lavoro acquisito negli studi classici.

Per concludere vuoi ringraziare qualcuno?

Sono grato al professore Nicola Belcari, per avermi guidato nel farmi apprendere e appassionare al gioco degli scacchi e all’amico Andrea Chersi, mio paziente e valente compagno di gioco e di allenamenti.

Lorenzo De Carlo 4A

Istituto XXV Aprile - Liceo Classico Andrea da Pontedera


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