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fattiNOStri mercoledì 10 maggio 2017 ore 19:50

Quel giorno la sala consiliare restò vuota

Parliamo del Parlamento degli Studenti



FIRENZE — Ultimamente si è sentito spesso parlare del Parlamento Regionale degli Studenti della Toscana (PRST) come promotore di tante interessanti iniziative volte allo sviluppo di un nuovo sistema scolastico “a misura di ragazzi”. Però si ha l'impressione che dopo le prime iniziative lodevoli e i grandi eventi del Parlamento, qualcosa cominci a non funzionare nel modo giusto.  Per saperne di più abbiamo intervistato Caterina Cavallini, Parlamentare per la Provincia di Pisa, chiedendole di esporre cosa pensano di questa situazione lei e una buona parte degli studenti eletti nel Parlamento. Dunque, Caterina, è vero che qualcosa non sta funzionando? 

- Il Parlamento Regionale degli Studenti della Toscana è una istituzione democratica del Consiglio Regionale della Toscana, E' o dovrebbe essere indipendente da qualsiasi formazione partitica ed è composto da 60 studenti eletti nelle scuole secondarie di secondo grado. Nasce per dare ai giovani la possibilità di far sentire la propria voce, dedicando tempo alla politica e al servizio, ma negli ultimi tempi c'è effettivamente qualcosa che forse non sta funzionando. Parlare di democrazia, oggi, ci sembra quasi impossibile. Ciò che inizialmente si presentava come un'iniziativa positiva, volta al miglioramento delle condizioni di tutti gli studenti toscani, si è lentamente trasformata in una sorta di trampolino di lancio per pochi "eletti" (è il caso di dirlo), che nel loro stato di assuefazione da gloria e nomea hanno dimenticato il loro compito "politico" che non di è di servirsi degli altri ma servirli! 

Le accuse che ponete ad alcuni membri del Parlamento sono abbastanza gravi, di chi parlate nello specifico, e avete fatto qualcosa per far emergere le scorrettezze che avete rilevato?

Dal nostro gruppo di “opposizione” è stata acquisita la consapevolezza dello sbaglio nel modus operandi della dirigenza che ci ha portato a presentare all’ufficio di presidenza una mozione di sfiducia nei confronti del presidente Bernard Dika, allegando le opportune documentazioni. Questa è stata approvata ed è stata richiesta, in seguito, una seduta plenaria per poterne discutere con tutti i parlamentari e prendere una decisione condivisa in merito al problema sollevato. 

Questa seduta plenaria però non è andata come doveva andare, giusto? Sulla pagina Facebook del Parlamento degli Studenti è emerso, qualche giorno fa, un post che presentava delle lamentele per le modalità di convocazione della seduta.

- Proprio così. Ad oggi devo dire che ci sentiamo come presi in giro. Infatti la seduta era stata convocata nel pomeriggio di venerdì 5 maggio per lunedì 8 maggio alle ore 15.00. Dove? In una scuola superiore di Firenze. Devo dire che questa è una modalità del tutto illegittima, dato che, per legge, la seduta deve svolgersi nell'aula consiliare della Regione Toscana, fornita di microfoni e di telecamere utili alla registrazione degli interventi di ognuno; solo in caso di delibera da parte dell'Ufficio di Presidenza o dei quattro quinti dei parlamentari essa può essere svolta fuori sede. 

Qual'è stato il risultato di una convocazione del genere?

- Il risultato è stato che appena 20 parlamentari su 60 hanno partecipato alla seduta. Fatte salve alcune assenze  giustificate da motivi personali, direi che le altre sono state volontarie, da parte di "parlamentari" stanchi di essere presi in giro da chi sfrutta il proprio ruolo nel Parlamento solo per farsi strada nella politica, dimenticandosi del concetto base  di apartiticità e del vero ruolo della politica, studentesca e non, che è quello di mettersi al servizio della collettività e non di far risaltare il singolo. Chi ha scelto di non partecipare è certamente stufo di una sorta di dispotismo che si è andato creando in questo Parlamento, con episodi che ne hanno danneggiato l'immagine e la compattezza. Infatti rileviamo che numerosi membri del Parlamento stanno prendendo le distanze da quanto sta succedendo e stanno cercando di porvi rimedio, poiché l'istituzione si sta allontanando dal concetto di “Politica con la P maiuscola”, concetto che, ironia della sorte, è tanto caro proprio a chi, per primo, se ne sta distaccando. 

Qual'è il messaggio che voi ragazzi dell'opposizione volete far risaltare?

- Il messaggio è semplice: noi non chiediamo promesse, ma esami di coscienza; non vogliamo riflettori puntati addosso, ma occhi attenti su queste poche righe; non vogliamo tacere, perché non lo riteniamo giusto e ciò che non è giusto deve essere denunciato. “Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sua sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza".

Ringraziamo Caterina Cavallini, Parlamentare per la Provincia di Pisa al PRST.

Andrea Intorre 

2L, Liceo Dini, Pisa


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