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NOScorner sabato 16 gennaio 2021 ore 09:05

Intervista immaginaria ad ​Alcide De Gasperi

Disegno: Viola Fanfani, Classe 4A
Disegno: Viola Fanfani, Classe 4A

Gli studenti hanno simulato una intervista all’ex presidente del Consiglio dei Ministri sull'idea di mettere insieme gli stati e costituire l'Europa



FIRENZE — Un gruppo di studenti del Liceo Alberti dante di Firenze ha immaginato di poter intervistare Alcide De Gasperi, all'ex presidente i ragazzi hanno rivolto alcune domande sulla nascita dell'Europa

Presidente De Gasperi, la ringrazio per averci concesso un’intervista! Come prima domanda le chiederei che radici ha l’idea di un’Europa federale.

"Dobbiamo ricordare che in tempi recenti l’idea degli Stati Uniti d’Europa risale al 1923, quando l’austroungarico Kalergi nel suo trattato Pan Europa teorizzò per la prima volta questo concetto. In seguito allo sconcerto che attanagliava tutti i popoli coinvolti nella Grande Guerra, egli ipotizzò di stabilire un patto tra le nazioni europee che impedisse il rinascere delle ostilità che l’avevano causata. Fu considerato un visionario ai suoi tempi e le sue idee non riuscirono a frenare il revanscismo di Adolf Hitler che portò alla Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia le ferite lasciate da questa, conclusasi nel 1945, non fecero altro che rimarcare la necessità di costruire un’unità europea".

L’ipotesi del federalismo sembra aver perso campo a favore di un’unità di diverso tipo, quale sarebbe la sua finalità?

Direi che ci sono vari obiettivi, ma uno è fondamentale: gli Stati europei si trovano geograficamente tra le due superpotenze che sembrano essere sull’orlo di una guerra, l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti d’America e non possono sperare di difendersi da singoli nell’eventualità di un conflitto. Proprio per questo è necessario unire le proprie risorse di difesa. Purtroppo però la Francia, mirando a evitare il riarmo dell’antica nemica, la Germania e non volendo privarsi della sovranità politica, sembra non essere ancora pronta ad accettare questo patto".

Quali pensa che debbano essere i passi da fare, per appianare queste differenze?

"Gli Stati europei hanno accettato di istituire l’OECE (Organizzazione Europea di Cooperazione Economica) per amministrare le risorse del Piano Marshall (prende il nome dal Segretario di Stato USA e fu istituito dal Presidente Truman per la ricostruzione dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale: Ndr). È poi seguito il passaggio dall’OECE alla CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio), la quale ha lo scopo di mettere in condivisione carbone e acciaio, gli elementi alla base dell’industria bellica. Il principale progetto per il futuro è l’istituzione del libero mercato tra i Paesi Europei, a cui già da adesso stanno lavorando Lussemburgo, Belgio, Olanda, Francia, Germania e il nostro governo. Ciò permetterà infatti di istituzionalizzare l’interconnessione tra gli Stati dell’Europa che già vediamo palesarsi in molti fenomeni, ad esempio nell’emigrazione per motivi di lavoro di molti nostri connazionali verso la Germania".

Nasce spontanea un’altra domanda: chi sono i principali fautori di questa unione?

"Ritengo di aver giocato la mia parte in questo processo, poiché credo fermamente che sia necessario per l’Italia trovare la pace senza rinunciare a una posizione di primo piano, insieme agli altri Stati europei. Schuman e Monnet con la Dichiarazione Schuman hanno reso una guerra tra gli Stati europei non solo impensabile, ma irrealizzabile per mancanza di risorse. Tuttavia vorrei sottolineare che senza la politica fortemente europeista portata avanti dal cancelliere tedesco Konrad Adenauer non esisterebbe alcun progetto di unità. Politico integerrimo, egli è determinato a integrare la Germania nella cultura occidentale per evitare futuri ritorni delle idee nazionaliste. D’altronde, l’asse franco-tedesco è il pilastro dell’Europa post-bellica".

Si sente vicino alle posizioni di Schuman e Adenauer?

"Da una parte sono legato a questi due importanti politici in quanto siamo tutti cristiani e siamo tutti uomini di confine, caratteristiche che stanno alla base della nuova Europa. Io sono nato austriaco e morirò italiano, Robert Schuman ha vissuto in mezzo a tre Stati, Lussemburgo, Germania e Francia, Adenauer è nato nella regione del Reno. D’altra parte tuttavia permangono delle differenze di visioni politiche e solo il futuro potrà determinare chi di noi abbia ragione".

La ringrazio, onorevole, le sue parole sono state davvero illuminanti!

(Fonti: raicultura.it , europa.eu)

Ricerche e testo: Giulia Agresti, Francesca Oriti, Classe 4B

Disegno: Viola Fanfani, Classe 4A

Liceo Classico Alberti Dante, Firenze


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