NOScorner lunedì 04 gennaio 2021 ore 06:30
Accessibilità a scuola: l’Italia ancora lontana da livelli ottimali
Solo il 34% delle strutture scolastiche sarebbe adeguatamente attrezzato per permettere ai portatori di handicap fisici di accedere al diritto allo studio.
TOSCANA — Un’impostazione ancora datata quella che caratterizza la scuola italiana, ancorata a vecchi modelli di percezione dell’insegnamento che ancora stenta a mantenersi al passo con i tempi. Questo è il verdetto dei dati relativi all’accessibilità alle scuole della Penisola.
Il diritto allo studio, infatti, deve necessariamente includere anche tutte quelle persone che manifestano difficoltà fisiche o psichiche all’apprendimento e non si può affatto escludere l’accessibilità agli edifici scolastici tra i fattori che garantiscono questo diritto.
Proprio in virtù della riapertura delle scuole prevista per la seconda settimana di Gennaio 2021, dunque, è necessario ripensare all’accessibilità ai plessi scolastici.
Gli studenti portatori di handicap: barriere fisiche e sensoriali
Stando ai dati ISTAT relativi al biennio 2018/2019, gli alunni italiani affetti da disabilità (psichica o motoria) sono il 3,3%, per un totale di 284mila ragazzi/e. Un incremento dello 0,3% rispetto ai dati del biennio precedente.
La scuola italiana ha da anni mostrato di saper gestire nel migliore dei modi il problema dell’integrazione nelle classi degli alunni con handicap: il numero di insegnanti di sostegno, l’attenzione rivolta ai ragazzi e le ragazze in difficoltà e il programma di collaborazione con le famiglie si sono dimostrati tutti provvedimenti efficaci nel favorire la successiva integrazione sociale dei soggetti portatori di handicap.
Il freno ad una politica di maggiore inclusione, tuttavia, è rappresentato dagli edifici scolastici. Degli oltre 39mila sparsi per tutto il territorio, infatti, solo per il 59% di questi si conosce l’anno di costruzione. Di questi, inoltre, la metà è stata costruita tra gli anni ’60 e il 1985, periodo in cui le politiche di inclusione e integrazione erano ancora un sogno nel cassetto.
Questo si riflette nelle statistiche relative all’accessibilità a scuola degli studenti con handicap: solo il 34% delle strutture, infatti, sarebbe adeguatamente attrezzato per permettere ai portatori di handicap fisici di accedere al diritto allo studio.
Se si prendono in considerazione le barriere percettivo-sensoriali (legate ad esempio a studenti ipovedenti, non vedenti o non udenti), la statistica scende al 18%.
Si tratta di statistiche pessime che necessitano di ulteriori accorgimenti da parte delle autorità in modo da garantire di fatto ciò che la legge sancisce da tempo: il diritto allo studio per tutti.
Superare le barriere fisiche: gli strumenti più impiegati
Se da un lato le barriere percettivo-sensoriali sono state ovviate dall’assunzione di un numero crescente di insegnanti di sostegno, il problema delle barriere fisiche non è altrettanto di immediata soluzione.
Di fatto si rende necessario intervenire sull’ammodernamento dell’edificio scolastico attraverso lavori che lo muniscano di ascensori, rampe o piattaforme elevatrici.
Alcuni esempi di piattaforme elevatrici per l'accessibilità a scuole sono forniti dalle scuole di Valle d’Aosta, Sardegna e Molise, le più virtuose in questo campo. Rispettivamente queste regioni si sono preoccupate di munire i propri plessi scolastici di piattaforme elevatrici permettendo, rispettivamente, un miglioramento dell’accessibilità a scuola del +33,8%, del +31,3% e del +27,8%.
In base alle esigenze e disponibilità architettoniche della scuola si è potuto ricorrere a piattaforme interne o esterne.
Una soluzione più che necessaria specialmente in tutti quegli edifici che, avendo più di 20 anni di vita, obbediscono a piani architettonici e urbanistici più inclini allo sviluppo verticale su più piani che a quello orizzontale.
Puntare ad un’accessibilità del 100% oggi come oggi non è più un lusso ma un requisito indispensabile per un paese che riconosca ai suoi cittadini l’inalienabile diritto allo studio.
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