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fanNOScuola domenica 03 maggio 2020 ore 09:31

Vigilia d’esame: un'intervista

Pensieri, riflessioni e valutazioni in attesa dell'esame di maturità al tempo dell'emergenza sanitaria dovuta all'epidemia di coronavirus



PISA — In una situazione in cui tutto ci sembra confuso, nuovo e inaspettato, risulta inevitabile che i nostri pensieri vadano a coloro che dovranno sostenere delle prove importanti come quella dell'esame di maturità. Quest’intervista ha la scopo di indagare su come realmente si sentono i ragazzi in attesa della maturità. Si ritroveranno argomenti già sentiti e forse anche scontati, ma da non sottovalutare. Nessuno meglio di loro comprende la difficoltà di questa sfida tanto attesa. Sentiamo Giulia, ultimo anno del Liceo Linguistico Buonarroti di Pisa.

Per iniziare, Giulia mi sai dire cosa pensi di questa situazione? 

Quest'anno evidentemente non sta procedendo come tutti noi avevamo pensato. Mi riferisco in particolare al momento che stiamo vivendo, sicuramente non facile. Il fatto è che ci siamo resi conto troppo tardi e repentinamente di quello che sarebbe accaduto. Se, da cittadina, mi sento di condividere le misure prese sin qui dal Governo per prevenire e affrontare il virus, le misure annunciate per attuare la "fase 2" appaiono invece poco chiare, in taluni casi incomplete e rese confusionarie dagli interventi regionali. Per questa fase ci saremmo aspettati qualcosa di più concreto e definitivo. Ritengo che sia importante dare ascolto ai cittadini e ai loro bisogni e, come studentessa, penso che noi studenti siamo stati lasciati un po' troppo nell'incertezza. I "maturandi" non sono ancora in grado di conoscere in modo definitivo le nuove modalità dell'esame di Stato. Inoltre appare che non si faccia caso al fatto che in questa fase di tele-studio spesso noi ci troviamo di fronte a problemi tecnici che ci ritardano nel seguire le lezioni. E non ci aiuta il fatto di avvertire talvolta la mancanza di un fattivo dialogo tra i docenti. Sul piano dell'istruzione mi sento di dire che c'è ancora molto lavoro da fare, che bisogna rassicurare gli studenti aiutandoli durante il loro percorso, soprattutto in momenti cruciali come questo. Pensando in positivo mi auguro che le misure della "fase 2" siano implementate e che ci portino verso una quasi normalità, anche se difficile.

Inevitabilmente il modo di studiare è cambiato: tu sei riuscita a stare al passo con tutto, in questo tempo?

È difficile stare al passo con questo nuovo metodo di studio proposto, penso che per molti studenti (me compresa) sia stato e sia stressante. In effetti sono stata sovraccaricata di una quantità di programma fuori dalla norma, con richiesta di consegne in scadenze molto brevi; inoltre spesso capita che ci siano fraintendimenti tra alunni e professori non facilmente sanabili, così alla distanza. Le nuove modalità di studio risultano molto stressanti e forse dovrebbe essere cercata una modalità per lasciare più spazio allo studente.

Secondo te è cambiato il rapporto con i professori dall’inizio della DaD, la didattica a distanza? 

Si, abbastanza. Ci sono stati molti episodi di "scontro" e di discussioni tra professori e alunni; per lo più dovuti alla situazione in cui ci troviamo. Seguire e capire nuovi concetti attraverso uno schermo è molto difficile, così come certamente lo è insegnarli. Traspaiono le difficoltà incontrate da alcuni prof nel nuovo tipo di insegnamento.

Cosa pensi dell’esame? Avresti preferito non farlo?

Assolutamente no, penso che sia molto importante dare agli studenti la possibilità di essere valutati sul percorso da loro intrapreso nei cinque anni di liceo. L'esame di Stato in qualche modo è il punto che segna la fine del percorso scolastico (ed eventualmente l’inizio di quello universitario). E penso che l'esame sia importante anche per mettere a confronto studenti e professori. Dal punto di vista dei contenuti credo che sarebbe giusto "alleggerire" le modalità d'esame, tenendo conto della situazione stressante in cui sia studenti che professori si stanno trovando, con un dialogo forzatamente limitato tra loro.

Credi che chi non è impegnato nell’esame riesca a capire i problemi di voi maturandi? Parlo degli adulti o di ragazzi più grandi. 

Solo in parte. Penso che sia impossibile riuscire a immedesimarsi a fondo con la nostra situazione. Infatti per chi ha sostenuto un esame di maturità con tempi e modi sicuramente diversi sarà difficile che possa comprenderci, basandosi solo su pensieri e supposizioni, senza ascoltare e capire le opinioni degli studenti.

Hai mai la sensazione che altri pensino di sapere cosa sia meglio per te?

Mi è capitato molte volte di sentirmi dire cosa fosse meglio per me e cosa no, soprattutto da parte di alcuni professori che tendono a non dare spazio alla voce degli studenti. Recentemente mi è capitato di sentirmi dire cosa fare o come comportarmi in situazioni scolastiche particolari: certamente erano modalità diverse da quelle che avremmo scelto noi e ci sono voluti numerosi e accesi "scambi di opinione" con i nostri prof per far loro capire il nostro pensiero.

Infine, come ti vedi dopo l’esame?

Confesso che già mi è difficile immaginare come sarà l'esame di Stato; pensare cosa accadrà dopo mi risulta ancora più difficile, nebuloso. Penso che frequenterò l’università per studiare ciò per cui ho passione in un contesto che, mi auguro, sarà migliore dell'attuale e che consentiràa una normale vita universitaria e poi lavorativa. Da questo punto di vista l'esame non è che un passaggio intermedio che semplicemente precede ciò che avverrà dopo.
Luciana Busceti

Classe V sez.C Liceo Carducci, Pisa


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