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NOScienza domenica 12 febbraio 2017 ore 22:31

​Valutazioni positive e negative del “Lifelogging”

Nuove frontiere della comunicazione si aprono con le video agende digitali.



PONTEDERA — Le nuove frontiere della comunicazione si spingono più avanti sempre più in fretta, non è sempre così per la capacità di adattamento della società. L' evoluzione tecnologica ci ha portato una generazione di smartphone con sempre più sensori incorporati, creando le premesse per il fenomeno del "LIFELOGGING”. Consiste nell'indossare una microvideocamera digitale che scatta automaticamente e in continuo una serie di foto da poter condividere con i propri amici sul web, creando un vero e proprio "diario online" e tracciando la nostra esistenza. Ma dove ci porterà questa sorta di autobiografia digitale? Il "LIFELOGGING" potrà essere utile sotto molti punti di vista: in campo medico, ad esempio, è già stato messo in pratica per aiutare i malati di Alzheimer a ricordare; ovvero può essere utilizzato per correggere in altri la sedentarietà o l'errata alimentazione. In futuro gli psicologi potranno riuscire a dare la prognosi ai propri pazienti esaminando le immagini e i video registrati nel corso della loro vita, senza doverli incontrare di persona. Vi è poi chi sostiene che è un metodo per rendere la società più sicura, come nel caso della maratona di Boston in cui la polizia riuscì a individuare rapidamente gli autori dell'attentato grazie alle centinaia di spettatori che avevano ripreso la scena ("sousveillance”). Ma è davvero privo di conseguenze un mondo dove tutti riprendono tutto? Nonostante che l’auto sorveglianza di massa stia diventando una tendenza globale e che viviamo in una cultura sempre più esibizionistica, ci sono ancora moltissime persone che si sentono a disagio davanti a questa mole di informazioni digitali. Questa "information overload" rischia di diventare una minaccia sociale in quanto ogni parvenza di privacy va in frantumi nel momento stesso in cui viene condivisa con altri utenti sul web. In questo modo viene violata sia la privacy di chi viene ripreso per strada e non è consapevole di trovarsi nell'album fotografico di qualcun altro, sia di coloro che indossano la telecamera, che vengono a perdere automaticamente il pieno diritto di gestire le immagini di momenti della propria vita privata; momenti che potrebbero essere spiati da aziende, dal coniuge o dal datore di lavoro senza che vi sia legge, al momento, che possa garantirne la riservatezza. 

Ferizako Rustani, Alessandra Bulgarella

4A Liceo Scientifico XXV Aprile - Pontedera


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