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soNOStato domenica 05 marzo 2017 ore 13:49

Il salotto d'Italia

Cronaca di una gita all'ombra della Mole Antonelliana



TORINO — D’inverno, quando il cielo è sereno, le Alpi innevate sembrano abbracciare Torino, facendole da corona. È il giusto premio scenografico per una città, che è innanzitutto elegante. Lontana anni luce dal caos delle megalopoli mediterranee, il capoluogo piemontese è una vera e propria città europea, molto più simile a Parigi che a Roma o a Napoli. I suoi grandi viali, lunghissimi, dividono i palazzi sfarzosi e i complessi di case popolari ingrigiti per lo smog. Torino conserva la regalità di capitale, portando ancora le tracce di una nobiltà vissuta e ancor oggi sentita. Lo sfarzo del Palazzo Reale è abbacinante, con le sue stanze tempestate d'oro e di preziosi. La Mole, che svetta solitaria a presidiare la città, sembra il diadema che si addice a una testa coronata, stagliandosi su uno sfondo di montagne, colline ed edifici, tanti edifici a perdita d'occhio. Quasi alla stessa altezza della Mole per chi guarda da sotto, dalla parte opposta della città, svetta la Basilica di Superga, come un baluardo a guardia della città, eretto come commemorazione e ringraziamento della vittoria sabauda contro i Francesi al Colle dell’Assietta del 1747, vittoria che impedì all’antica Augusta Taurinorum di cadere in mano straniera, come già quarant’anni prima ottenne l’eroico sacrificio di Pietro Micca che, saltando in aria insieme a 20 chili di polvere da sparo, occluse ai soldati nemici il passaggio di una galleria che li avrebbe portati direttamente in centro. 

Nella prima capitale d’Italia non mancano le bellezze artistiche come Piazza Castello e Piazza San Carlo, sempre affollate di turisti, lo sconfinato e ricchissimo Museo Egizio, un vero e proprio frammento di Luxor sulle rive del Po, fino ai capolavori pittorici della Galleria Sabauda e alla sublimazione dell'età moderna nei musei del Cinema e dell’Automobile. Quell’automobile di cui la città piemontese è stata la capitale, in quanto sede della FIAT, genitrice di tutte le macchine italiane. Un polo industriale che fu d’enorme importanza ai tempi del boom economico che attrasse come una calamita l'immigrazione di uomini e donne in cerca di un lavoro, di opportunità e di un futuro che solo all’ombra della Mole sapevano di poter trovare. E tuttora, nel mondo globalizzato che ha lasciato indietro Torino dal punto di vista industriale, la FIAT (oggi FCA) continua ancora a far sentire la sua presenza, condividendo con la città lo sconfinato centro polifunzionale del Lingotto, un ex stabilimento in cui oggi troviamo il centro direzionale della Exor (la compagnia proprietaria del marchio), un cinema, centri commerciali, spazi espositivi per fiere, centri congressi, alberghi e perfino una clinica. E lo Juventus Stadium, che dal 2011 arricchisce lo skyline del capoluogo piemontese con le sue forme avveniristiche, è stato voluto dalla famiglia Agnelli, proprietaria sia della Fabbrica Italiana Automobili Torino, sia della Juventus, la squadra di calcio dominante in Italia. Già, Torino capitale del calcio in quanto sede di ben due delle squadre più titolate della Serie A. Non solo la Juventus, il cui stadio moderno e d'avanguardia rappresenta un'attrattiva turistica della città, ma anche il Torino, squadra che, dopo un glorioso passato, costellato da sette campionati e da cinque Coppe Italia, ha attraversato molti anni bui ma ora sta tornando competitiva. 

Come tutte le città Torino può piacere o non piacere. C’è chi la ritiene fredda, umida, triste, spettrale. Chi come me e molte altre persone, nobile, un vero e proprio salotto. 

Lorenzo De Carlo

4A Liceo Classico Andrea da Pontedera


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