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L’ippopotamo se ne va a spasso per il centro abitato

terraNOStra venerdì 17 marzo 2017 ore 07:26

​L’apparenza può ingannare

Interni sorprendenti di una chiesa



PONTEDERA — Lo scorso 4 Marzo, con alcuni “colleghi giornalisti” di NOS Not Only Students, capitiamo davanti al Duomo di Pontedera. Da un rapido riscontro verifichiamo che nessuno di noi è mai entrato prima di allora a visitarlo, nonostante che si trovi nel centro della città, forse, commentiamo a caldo, a causa di un giudizio (negativo) basato sull’aspetto esterno della fabbrica e del suo campanile, assai diversi da altri esempi a cui siamo abituati, come il Duomo e la Torre di Pisa o quelli di Firenze, che ammaliano e conquistano sian dal primo sguardo che si posi sulle loro facciate.

La Propositura dei Santi Jacopo e Filippo, meglio conosciuta come Chiesa Vecchia o Duomo di Pontedera, fu eretta tra il 1842 e il 1864, a opera dell'ingegner Giuseppe Michelacci e fu consacrata nel 1874. Il Campanile si erge distaccato, a fianco del Duomo e la sua dissonanza dal contesto ci racconta la sua storia: crollato nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale a causa dei bombardamenti, fu poi ricostruito nel 1958. La Cattedrale si presenta, all’esterno, con una facciata a otto colonne con capitelli di ordine ionico e un aspetto monolitico, poco elaborato.Ma ecco che, una volta entrati, dopo lo scetticismo provato guardando l’esterno, ci siamo prontamente ricreduti: abbiamo d’un tratto realizzato di trovarci in una struttura completamente diversa dalle aspettative, un interno chiesa che ci ha subito affascinati con il suo aspetto imponente, ma sacrale, con le colonne che ci hanno guidato alla grande abside finale fiancheggiata da quelle laterali e con la cupola possente e le numerose vetrate multicolori, quasi invisibili dall'esterno. L'architettura interna segue lo stile neoclassico: la pianta longitudinale è suddivisa in tre navate, delimitate da possenti coppie colonne, sormontate da capitelli corinzi. Di pregio anche le dotazioni pittoriche: fra le altre l' "Annunciazione" di Jacopo Chimenti e la "Madonna col bambino" di Francesco Curradi.    Abituati a vivere in una società che mira più alla forma che al contenuto in questa visita abbiamo potuto verificare, con nostra grande sorpresa, come qui avvenga il contrario e il contenuto, cioè l’interno della fabbrica, sia curato e valorizzato più di quanto l’aspetto esterno ci aveva saputo suggerire.     Saremmo così soddisfatti se, con questo nostro pur piccolo intervento, riuscissimo a contribuire alla valorizzazione di un esemplare del patrimonio artistico così vicino ai nostri occhi, ma pure un po’ disconosciuto.    

Abbiamo tratto un insegnamento da questa esperienza conoscitiva? Si può dire di sì: tutti noi dovremmo, senza pregiudizi, spenderci in prima persona per trovare e valorizzare i nostri tesori, sfogliando il “libro” del nostro territorio senza fermarci alla “copertina”.
Virginia Asya Bacci, Giulia Rubiconto

4B Liceo Classico XXV Aprile, Pontedera


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