diNOSauri giovedì 11 maggio 2017 ore 09:35
Emiliano Betti
"Sacrifici, impegno e dedizione"
PONTEDERA — Emiliano Betti nasce a Pontedera il 15 febbraio 1972; fin da piccolo nutre la passione per il calcio capendo subito che il suo ruolo non poteva essere altro che quello di portiere. Inizia a giocare nella Stella Azzurra, società pontederese, ma non ha un'alta opinione di sè. Ricorda: “Ero alto e secco, se mi chiamavano a giocare con i ragazzi più grandi pensavo fosse solamente per la mia altezza”. Ma è proprio da qui, non bruciando mai le tappe e facendo le cose regolarmente, che Emiliano inizia la sua carriera calcistica, andando a giocare nella Fiorentina all’età di 12 anni arrivando a esordire in serie A, dove gioca con giocatori come Baggio, Barzagli, Batistuta, per citarne alcuni. L’esordio in serie A avviene durante la partita Fiorentina-Ancona, disputata nella stagione 1992-1993 davanti a un focoso pubblico di 50.000 spettatori; tuttavia l’emozione più grande è arrivata a 16 anni, quando per la prima volta Emiliano si trova a indossare la maglia azzurra, a cantare commosso l’inno d’Italia. Come ogni carriera calcistica anche la sua è stata ostacolata da diversi infortuni, fra cui la frattura della mandibola, delle costole, di alcune dita e del ginocchio. La sua carriera, trascorsa tra serie A, B, C e D, finisce a soli 33 anni per problematiche riguardanti la salute e per poter stare con il figlio: le sue alternative, Bari o Sicilia, lo avrebbero obbligato a partire e a stare lontano dal figlio. L’anno successivo inizia ad allenare i portieri della Fiorentina e resta in questa società per ben 7 anni per poi trascorrerne poi 3 nella Carrarese, dove lavora per Buffon, fino ad arrivare all’Empoli, dove allena tutt’oggi la primavera e la prima squadra. Negli anni trascorsi alla Fiorentina come preparatore della primavera e degli allievi, Emiliano partecipa al programma di MTV “Calciatori giovani speranze”. Il programma inizia con gli allievi grazie all’intraprendenza di un gestore del settore giovanile, ma questa esperienza non soddisfa Emiliano. “Non si era liberi di girare, i campi sportivi erano pieni di telecamere e striscioni, le ragazze e i ragazzi mi scrivevano chiedendo se potevo mandare foto dei giocatori al programma”. Emiliano conferma quindi la sua idea secondo cui la notorietà si guadagna sul campo e che gli obiettivi non possono essere raggiunti, se non con sacrifici, impegno e dedizione.
Alessia Bartaloni, Annalisa Galletti
4A XXV Aprile_Liceo Scientifico, Pontedera
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