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hanNOScritto lunedì 02 gennaio 2017 ore 18:31

Pagine cruente=molti lettori?

“Omicidi quasi perfetti” di Stuart MacBride: romanzo (inutilmente) violento o nuova linfa per il genere?



PONTEDERA — Molti dicono che il thriller inglese, come genere letterario, ha perso smalto e freschezza, ridotto ormai a una serie di situazioni e personaggi preconfezionati e ripetuti all’infinito e sostengono che per quel genere è necessaria una rinascita che lo faccia “risorgere dalle proprie ceneri”.

E di rinascita si parla nell’ultimo libro dello scrittore scozzese Stuart MacBride; nel suo romanzo un ex detective della polizia scozzese, Ash Anderson, è richiamato in servizio (si trovava in carcere, incastrato da un boss della mala) per indagare sul ritorno di un pericoloso serial killer. Già otto anni prima Anderson aveva cercato, senza riuscirci, di catturare “Inside Man”, così detto perché firmava i suoi delitti inserendo bambole di plastica nel ventre delle proprie vittime.

Tralasciando di parlare della trama del romanzo mi piace soffermarmi su un dettaglio stilistico che MacBride vi aggiunge e che é quasi totalmente assente nel genere: il cruento ovvero gore, per dirlo con termine inglese.

Le opere di MacBride sono infatti impregnate di descrizioni che sono intrise di violenza e sono rappresentate con un’attenzione ai dettagli cruenti quasi maniacale che difficilmente possono essere trovati in altre opere di quello stesso genere.

Peraltro l’uso di quella violenza in MacBride non è gratuita, ma è uno strumento utilizzato per dare realismo al romanzo e per rendere verosimile uno stile letterario che è spesso accusato di essere troppo “edulcorato”. Aggiungiamoci la presenza di personaggi tormentati da storie travagliate, di pazzi violenti, di burocrati incapaci e infine il caratteristico humor inglese, e otterremo il romanzo tipico di MacBride.

Dunque si può dire che “Omicidi quasi perfetti”, così come gli altri lavori dello scrittore, é un opera che porta nuova linfa a quel particolare genere letterario e si può sostenere che Stuart MacBride, senza voler emulare i colleghi scandinavi, riesce a posizionarsi tra gli scrittori di maggior successo degli ultimi anni, guadagnandosi la nomea di “Tarantino del romanzo”.

Giulio Altese 4B

Istituto XXV Aprile - Liceo Classico Andrea da Pontedera


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