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hanNOScritto lunedì 17 febbraio 2020 ore 08:18

Memorie e silenzi

Dal Valdarno alla Croazia alla ricerca di memorie.



LATERINA - PISINO — Il campo di Laterina, campo profughi nel Valdarno, dal 1948 al 1963, ha ospitato migliaia di persone nelle sue 18 baracche. Il comune contava solo 3000 abitanti e dunque vide, in pochissimo tempo, più che raddoppiare la popolazione. Nel campo, oltre ad essere ospitati molti profughi, si è provveduto, attraverso l'organizzazione di corsi specifici, alla reintegrazione nel mondo del lavoro per tutti gli esuli, operazione resa più difficile dal fatto che molti praticavano lavori legati al mare.

Giacomo Sbaragli 5inf/B, IIS da Vinci-Fascetti, Pisa

Pisino, oggi in Croazia, è una città che ha avuto un ruolo importante per le foibe del 1943. Dopo la liberazione dal "giogo degli oppressori italiani" i vincitori antifascisti si insediarono nei posti di comando e iniziarono una serie di arresti illegittimi di centinaia di persone, accusate di aver commesso atti di fascismo o solo sospettate di averlo fatto. Molto spesso persone innocenti venivano prese e rinchiuse a causa del così detto “victim blaming" cioè di un semplice sospetto, pur in mancanza di prove certe. Il solo sospetto faceva sì che questi individui fossero mandati in carcere "per precauzione". Di lì, senza che se ne sapesse più nulla, sarebbero scomparsi nelle foibe. Di molti di loro non fu più nemmeno ritrovato neppure il corpo.

A causa di ciò, Pisino veniva vista come una tappa finale prima della morte: un posto tremendo da evitare.
E oggi? Come è visto un paese con un simile passato? Dopo l'Esodo, che ha interessato tutta l'Istria, la paura di quei giorni si è trasformata in silenzio, non tanto delle persone quanto delle case, rimaste deserte. Visitando la città gli attuali 8000 abitanti era come se non esistessero. Sembrava dei essere in una città fantasma, con resti di case crollate e strade svuotate.

Giacomo Sbaragli, Classe IIS da Vinci-Fascetti 5inf/B, Arbesa Spahiu Classe IIS Santoni 3L, Pisa


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