NOSpettacoli domenica 16 febbraio 2020 ore 20:30
Un cortocircuito tra clima e cinema
“I 400 colpi” di François Truffaut: 60 anni ma non li dimostra.
FIRENZE — Siamo tutti seduti nei giardinetti di piazza D’Azeglio. Discutiamo animatamente del clima, del suo progressivo cambiamento, di ciò che è stato fatto e di ciò che dovrebbe essere fatto per combattere la battaglia più importante del nostro tempo. Qualcuno si alza e inizia a distribuire dei volantini. Ne ricevo uno. Titolo: “SCHOOLSTRIKE”, a caratteri cubitali. Sottotitolo: “Blocca la scuola per il clima!” Scorrendo il volantino riconosco il personaggio Antoine Doinel (interpretato da Jean-Pierre Léaud), protagonista di quel capolavoro senza tempo che è “I 400 colpi” di François Truffaut. Ne rimango colpito, sia perché è uno dei miei film preferiti in assoluto sia per l’utilizzo in chiave ambientalista di un fotogramma di quel film. Il film, del 1959, racconta la storia di Antoine, un ragazzetto di 12 anni che non rispetta le regole e gli obblighi che gli vengono imposti. Il titolo italiano è tradotto letteralmente dal francese e deriva dal detto faire les quatre cents coups, che corrisponde al nostro “fare il diavolo a quattro”. Pur non avendo nessun legame apparente con il tema ambientale il film è stato adottato dalla sezione fiorentina di Fridays For Future – il movimento mondiale lanciato da Greta Thunberg per la lotta al cambiamento climatico. Così come Antoine nel film è alla ricerca del mare, anche noi siamo chiamati in causa per rincorrere un’idea. In particolare si vuol combattere quell’indifferenza che fa restare impassibili di fronte alle scelte ambientali pericolose che minacciano il futuro. Vogliamo continuare a respirare aria naturale oppure quella filtrata di un condizionatore? Preferiamo la vegetazione o un deserto di sabbia? Stiamo bene con le quattro stagioni e il tempo bello o vogliamo affrontare cataclismi d’ogni tipo? Le risposte sono ovvie, nel rispetto verso la Terra, ma soprattutto verso noi stessi. L’arte del cinema da oltre un secolo ci stupisce, ci diverte e ci fa riflettere. E non importa se sessant’anni ci dividono dai 400 colpi di François Truffaut: la ribellione è un valore senza tempo. Portiamolo con noi. Sempre.
Luca Parisi, Classe 3C Liceo Classico Michelangiolo, Firenze
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