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NOSnews domenica 13 ottobre 2019 ore 22:18

Grandi spazi e comodi pouf nella scuola di domani

Ricreata nel padglione "Ghiaie" quella che, a detta di coloro che l’hanno studiata e progettata, è l’architettura interna della scuola del futuro.



FIRENZE — Un corridoio, sovrastato da tre parole in risalto: ‘responsabilità’, ‘accoglienza’ e ‘diversità’ ci ha condotto attraverso due classi, una delle elementari e una delle superiori. Ma non sono classi qualsiasi. Accettando di entrarvi, si fa un salto nel tempo o, meglio, nell’immaginazione e nella prospettiva di menti ambiziose, che mettono in mostra in questa Fiera Didacta 2019 del tutto mirata all’innovazione un nuovo modo di fare scuola, a partire dall’architettura. La disposizione della classe cambia radicalmente ed è divisa in 3 aree: lo spazio di gruppo, dove gli studenti, attorno ad alcuni tavoli rotondi, lavorano ai propri compiti; la cosiddetta ‘agorà’, che riprendendo la piazza della polis greca, fulcro della vita cittadina, vuole essere un innovativo luogo dove far lezione, dove gli studenti si scambiano le opinioni prediligendo così l’oralità e la laboratorialità alle lezioni tradizionali; infine, ma non meno importante e sorprendente, è lo spazio informale, dedicato al riposo degli studenti e mirato a fare della scuola davvero una seconda casa, dove potersi sentire a proprio agio, in pace con se stessi, magari distesi sui comodissimi pouf esposti (che abbiamo, ovviamente, scientificamente provato!).

È un progetto molto interessante, che certo ci ha stupito. Comunque, andandocene dal padiglione, io e la mia collega apprendista-giornalista eravamo un po’ perplessi, mentre provavamo a sovrapporre le classi del futuro con quelle attuali (anguste) della nostra scuola, così come sappiamo essere in molte altre. 

Ciò non sminuisce tuttavia la sorpresa esplosa in noi alla vista di questa dislocazione rivoluzionaria delle classi. Sappiamo che in altri stati come per esempio l’Olanda questa scuola “aperta” è già una realtà, ma per quanto riguarda il nostro paese, lento com'è nelle trasformazioni, non possiamo che sperare che almeno i nostri figli possano vivere in una scuola così fatta, un domani………

Federico Spagna

2C Liceo classico Michelangiolo, Firenze


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