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fattiNOStri giovedì 27 aprile 2017 ore 23:35

Gli anticorpi del 25 aprile

Con il Parlamento degli Studenti della Toscana riflettiamo sul passato e pensiamo al futuro.



PONTEDERA —  Il 25 aprile 1945 per noi ragazzi è un giorno lontano nel tempo, studiato sui libri di scuola, ma è una data sempre presente e indelebile per i nostri nonni. E’ la data in cui l’Italia ha ritrovato la via della democrazia e ha posto fine a un regime dittatoriale, quello fascista. Ma se è vero che la storia, il ricordo e le celebrazioni sono importantissime per rendere noi ragazzi sempre più consapevoli di ciò che sono stati il fascismo e le distruzioni operate dalla Seconda Guerra Mondiale, è altresì importante per noi calarci nel quotidiano per confrontare le violenze di quel lontano periodo storico, raccontate dai libri e dagli ormai pochi testimoni diretti con le guerre, distruzioni e violenze in tante parti del mondo, di cui ogni giorno abbiamo notizia dai telegiornali: basti ricordare ciò che succede oggi in paesi come la Siria e l’Iraq. Famiglie intere sono distrutte ogni giorno, migliaia di innocenti vengono uccisi e altre migliaia restano soli, senza beni di prima necessità, senza casa, né aiuti.     Oggi nelle città italiane vengono organizzate manifestazioni pubbliche in memoria del 25 aprile, in ricordo delle vittime per la liberazione del loro e nostro paese. Quelle persone avevano detto basta alla dittatura, al dominio straniero, alla mancanza di libertà, alla violenza e all’odio. Non tutti però la pensavano allo stesso modo. La dittatura ventennale fascista aveva avuto agio di entrare in profondità nella società italiana e furono moltissimi gli studenti di liceo che, indottrinati da un’educazione fascista, si sentirono in dovere di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Allo stesso modo altri loro coetanei decisero di porsi dalla parte opposta, resistendo all’occupazione nazista e alla rinascita del fascismo lottando e mettendo in gioco anche la vita. Altri ragazzi poi si limitarono a nascondersi per evitare di essere fucilati o deportati nei campi di concentramento in Germania. La partecipazione alla celebrazione odierna, rinnovando in noi la consapevolezza della storia, può essere l’anticorpo di cui abbiamo bisogno per essere reattivi contro il ripetersi di guerre e stermini. Noi tutti, in questo giorno, vogliamo ricordare le gesta dei partigiani che hanno avuto coraggio e si sono sacrificati senza mai tirarsi indietro, credendo fino in fondo nella liberazione. Comprendere il messaggio di questa celebrazione e farlo comprendere di generazione in generazione va oltre il semplice ricordo di ciò che è successo tanti anni fa e ci fa riflettere per evitare che in futuro vengano commessi gli stessi errori del passato. 

E’ evidente la necessità che questo messaggio sia rivolto soprattutto ai giovani, per invitarli a riflettere. Ai giovani che rappresentano il futuro del paese e che comprendendo come poter arginare l’indifferenza, il razzismo e la violenza, saranno capaci di essere portatori di pace. Sono grata a coloro che mi hanno insegnato a capire questi concetti e un grazie particolare va anche al Parlamento degli Studenti della Toscana, di cui faccio parte, che mi ha dato l’occasione di approfondire la riflessione su temi quali, l’intolleranza, il razzismo, la partecipazione e l’inclusione. Finalità del Parlamento degli Studenti, democraticamente eletto per rappresentare tutte le scuole superiori della Toscana, sono l’incontro e la discussione. Nel Parlamento operiamo per far conoscere e approfondire nelle scuole, ai nostri coetanei, i temi dell’attualità, sociale e politica in modo che tutti possano crescere e maturare, tirando fuori la grinta e il coraggio di esprimersi e di partecipare. Perché la partecipazione è consapevolezza delle proprie idee e, al tempo stesso, disponibilità al confronto. 

Così possiamo anche rafforzare gli anticorpi offerti dalla conoscenza della storia. 

Costanza Alberti 

4A XXV Aprile – Liceo Classico, Pontedera


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