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NOScorner lunedì 04 maggio 2020 ore 18:10

Riflessioni di una studentessa isolata dal Covid

Le riflessioni di una giovane studentessa affacciata dal balcone di casa durante l'isolamento scolastico dovuto all'epidemia di coronavirus



FIRENZE — Sono nel balcone di casa mia. Sento una musica in lontananza, probabilmente proveniente dalla casa di qualche vicino. Sento il fruscio delle foglie mosse da un  vento leggero. Una finestra si apre, esce una signora: sta parlando al telefono. Nessuno in strada. Nessuno nessuno. 

Mi accorgo solo ora quanto sia prezioso ogni singolo momento della vita. Mi accorgo solo ora che mi mancano gli amici, mi manca l'andare a scuola, mi manca il bar, mi manca passeggiare sul Lungarno e parlare con le persone. Mi rendo conto, con un certo senso di colpa, di essermi sempre lamentata della routine giornaliera che ora invece sembra essere tutto ciò di cui ho bisogno. C'è il sole, è primavera, gli alberi sono verdi e stanno fiorendo. Tutto ciò non fa altro che aumentare il mio desiderio di uscire. Stanotte ho sognato di entrare in un grande magazzino, c'era tanta gente, una folla, tutti sorridevano, erano felici e si tenevano per mano. Mi sono svegliata e per un momento ero come dimentica della drammatica situazione che sta affliggendo il mondo. Bel sogno! E comprendo quanto sia bello proprio grazie ai momenti terribili che stiamo vivendo. Qualche settimana fa, probabilmente, il sogno non sarebbe rimasto impresso nella mia mente. 

Ma ecco, il vicino ha cambiato ancora canzone. Colgo particolari e sensazioni su cui mai mi sarei soffermata prima. Sto ore e ore a leggere e guardare film e ogni giorno chiedo alle mie amiche, durante interminabili videochiamate, quando finirà tutto questo, perché mi accorgo che troppe cose sono state lasciate in sospeso. Sono alla ricerca disperata di una risposta anche se sono ovviamente consapevole che loro sono nella mia stessa condizione e non possano trovarla. Il sole, beffardo, si affaccia ogni giorno alla mia finestra. Sembra che sia lui a guardarmi, non io lui. E sembra che si voglia mostrare in tutta la sua bellezza per farmi desiderare di uscire bagnata dai suoi raggi, quasi sapesse di rappresentare ciò che più amo al mondo. Per ora mi limito a guardarlo dalla finestra. Quando tutto sarà finito potrò uscire finalmente a guardarlo. Ma ecco, la canzone è finita; la signora chiude la finestra. E torna il silenzio.

Ludovica Straffi

Classe 4 C, Liceo Michelangiolo, Firenze


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